Tutti i pazienti sofferenti di Fibrillazione Atriale conoscono quanto viene detto loro da Medici, Cardiologi, Aritmologi e quant’altro …………………………. È un’alterazione del ritmo cardiaco generato dal nodo senoatriale che improvvisamente per cause variabili si attiva in modo totalmente caotico dando origine a multipli fronti d'onda e a contrazioni disorganizzate e frammentarie………e inoltre……………la fibrillazione atriale è un importante fattore di rischio per lo Stroke (ICTUS). Circa un quinto degli stroke è dovuto a questo tipo di aritmia………..
Intanto queste cause variabili nessuno le sa spiegare (se non in modo superficiale) e comunque proprio perché variabili non sono le stesse da paziente a paziente (ipertensione, stress, problemi digestivi, problematiche cardiache ecc.).
Qui comincia l’avventura con la Fibrillazione Atriale fatta di paura quando si attiva, di ansia nell’attesa di un nuovo episodio che prima o poi certamente si rifarà vivo, di pellegrinaggi al Pronto Soccorso con la speranza che torni il ritmo sinusale quanto prima.
Chi non ha provato queste sensazioni alzi la mano: Senso di smarrimento, fame d’aria, malessere generalizzato, giramenti di testa, bisogno di correre spesso in bagno, perdita di forze ………………
Farmaci all’insorgenza (Pill in the Pocket), farmaci antiaritmici per prevenirla, betabloccanti, anticoagulanti, ansiolitici ecc.
Quando non si rientra in ritmo entro le 24 ore? Cardioversione Farmacologica, e se non funziona…. Cardioversione Elettrica.
Tutto questo fino a che i farmaci riescono ad alleviare e tenere sotto controllo la Fibrillazione, ma quando non succede?
Qui ci dicono che entrano in gioco le linee guida AIAC per adottare un protocollo nella cura della FA, ma le linee guida ogni Medico le “interpreta” e le “dosa” sulla base della propria esperienza e su quella del paziente. Lo stesso farmaco infatti non è generalizzato ma testato assieme ad altri con la speranza di trovare l’effetto giusto. Come dicevamo la FA non ha gli stessi comportamenti da paziente a paziente e per forza di cose nemmeno il protocollo può essere uguale.
Purtroppo in tutto questo chi soffre il disagio è il paziente che trova spiegazioni diverse, cure farmacologiche diverse e si sente “sballottato” (e spesso usato come un bancomat) in un mare tempestoso.
Troveremo poi chi ci consiglierà l’ablazione e chi ce la sconsiglierà con fermezza, chi la propone nel tal Centro o chi nell’altro aumentando ansia e confusione.
Ecco queste sono sommariamente le esperienze, le ansie, le paure che ogni paziente sofferente di Fibrillazione Atriale vive sulle proprie spalle. La nostra speranza è quella di trovare medici coscienziosi, preparati e onesti e che abbiano il coraggio di farci intraprendere il percorso giusto e non un percorso ad ostacoli.