La procedura Wolf mini maze
Fino a qualche anno fa, al paziente affetto da FAP isolata, che dopo una cura farmacologica non riuscita o con numerose recidive annuali di FA, si prospettavano due possibili soluzioni: cronicizzare la FA o ricorrere ad una ablazione trans catetere.
E’ noto che l’ablazione TC ha un’ efficacia nel breve-medio termine ed assicura un risultato positivo solo nel 50/60% dei casi; molte volte il paziente deve essere sottoposto ad una seconda procedura ablativa.
Negli ultimi anni a queste soluzioni è venuta ad affiancarsi l’intervento di chirurgia mini invasiva. I risultati finora raggiunti con quest’ultima tecnica, hanno dimostrato che essa non può essere considerata come una soluzione di “terza fascia” ma deve essere vista come una validissima alternativa alla classica ablazione TC.
La procedura chirurgica per la cura della fibrillazione atriale, la Wolf mini maze, sta avendo un significativo incremento nel trattare la FAP isolata.
I candidati a questa procedura mini invasiva, sono quei soggetti che hanno ricevuto un trattamento farmacologico ma con risultati scarsi o quasi nulli nella cura della FA.
A partire dalla fine degli anni ’90, l’impiego di nuove fonti di energetiche (vedi RADIOFREQUENZA, CRIOTERMIA,LASER,ULTRASUONI,MICRO ONDE) nelle procedure di ablazione, ha portato alla creazione di svariati tipi di cateteri: rigidi, flessibili, unipolari e bipolari. Ognuno di questi cateteri, presenta delle diverse capacità di creare lesioni transmurali con l’isolamento elettrico nella zona ablata.
Il Dottor Haissaguerre, noto aritmologo francese, verso la fine degli anni ’90, dimostrò che le vene polmonari, poste nell’atrio sinistro, erano nel 90% dei casi, la causa scatenante dei trigger e del mantenimento della stessa FA.
L’utilizzo della radiofrequenza e i morsetti bipolari, nella procedura Wolf mini maze, è stato lo strumento maggiormente usato per creare le due isole perimetrali intorno alle vene polmonari. I morsetti bipolari, permettono il passaggio del calore solo nella zona di contatto tra le due mandibole della pinza stessa, senza danneggiare le zone adiacenti per il troppo calore, evitando al tempo stesso, il rischio tromboembolico per il surriscaldamento del sangue.
Questa procedura chirurgica, semplificata, è stata applicata in numerosi centri chirurgici per il trattamento della FA, con vantaggi quali mini accessi invasivi, minimo danno alle zone del cuore, esclusione dell’auricola sinistra, linee trasmurali, minore o quasi nulla esposizione ai raggi X.
Questa procedura ablativa viene eseguita a cuore battente senza circolazione extracorporea.
Toni 2012.